Trieste - la sede della Capitaneria di Porto - Guardia Costiera
(ex Idroscalo) in Piazza Luigi Amedeo Duca degli Abruzzi


Ex Idroscalo: L'edificio, che sorge lungo il molo IV, è composto essenzialmente da due volumi: un corpo anteriore alto tre piani per gli uffici e la sala passeggeri e, dal lato rivolto verso il mare, il corpo principale dello scalo che presenta un ampio portone d'ingresso sormontato da una grande superficie vetrata. Un'enorme trave reticolare a vista sostenuta da piloni costituisce la struttura orizzontale sul lato mare. Alla testa del capannone s'innesta la palazzina di tre piani d'impianto simmetrico con fronte sfaccettato e copertura piana. Presenta aperture rettangolari semplici ed è decorata in facciata da due busti scolpiti.

Nel 1926 la Società Italiana Servizi Aerei decise di costruire un Idroscalo a Trieste. Il progetto dell'idroscalo fu affidato a tecnici dei Magazzini Generali e in particolare all'ingegnere Riccardo Pollack, che ne realizzò il disegno e iniziò la sua costruzione nell'ottobre 1931. Alla morte del Pollack, i lavori furono portati a termine sotto la direzione dell'ingegnere Benussi, anch'egli facente capo all'azienda dei Magazzini Generali. L'inaugurazione ufficiale dell'idroscalo avvenne il 24 maggio 1933, alla presenza del duca Amedeo d'Aosta.



L'edificio, con le sue forme architettoniche esterne sobrie e semplici, dove dominano le linee verticali e le simmetrie, si rifà ai principi razionalistici moderni tipici dell'architettura nel periodo tra le due guerre. In facciata sono collocati due busti di geni alati in pietra realizzati da Mario Giustini, su disegno dello scultore Franco Asco (1903-1980). A metà degli anni novanta l'immobile fu sottoposto ad un intervento di restauro e ristrutturazione degli interni sotto la direzione dell'architetto Borghi. Attualmente, la struttura dell'ex Idroscalo ospita la Capitaneria di porto di Trieste e la Direzione Marittima del Friuli Venezia Giulia. Sembra che l'idea di costrurlo sia dovuta nel 1929, in occasione di una visita a Trieste di ltalo Balbo, all'epoca Sottosegretario di Stato per l'Aeronautica.
(da: 89.96.138.11/Document.htm?numrec=031507046978980)


Curiosità: La trave di 58 mt del portale, nella fase di posa in opera con la gru si è danneggiata e sembra che il Duce in persona, abbia dato ordine all'Ansaldo di Genova di farne subito una nuova trasportandola poi a Trieste via mare con un pontone.

I due geni alati in pietra sono stai realizzati da Mario Giustizi, su disegno dello scultore Franco Asco

L'Idroscalo è stato inaugurato il 24 maggio 1933, alle ore 12.30, in occasione della ricorrenza allora denominata «XVIII Annale dell'Intervento»; in realtà, le celebrazioni indette per commemorare la ricorrenza erano iniziate alcune ore prima, in Piazza Unità, con l'inaugurazione dei pili delle Bandiere, donate alla città dal R.A.C.I. (Reale Automobile Club d'Italia), in memoria degli Autieri Caduti in guerra. Le cronache dell'epoca - che definirono la cerimonia «semplice, severa e insieme solenne», ci riportano che gli onori alle tante Autorità intervenute sono stati resi da «Un picchetto armato di Marinai della Capitaneria»; ed è quasi un segno premonitore, se pensiamo che, in realtà, la struttura che si andava ad inaugurare, ancorché destinata a scopi civili, ricadeva nella sfera della Regia Aeronautica (di cui ospitava pure alcuni uffici e servizi), così come S.A.R. il Duca Amedeo d'Aosta- designato all'inaugurazione - di detta Arma rivestiva il grado di Colonnello, Comandante del IV Stormo Caccia, rischierato nell' Aeroporto di Mema (Gorizia); che oggi porta il suo nome.

Dopo il taglio del nastro da parte del Duca, e la benedizione impartita dal Vescovo Fogar, il Duca stesso, accompagnato da alcune delle massime autorità, sale a bordo del trimotore «San Giusto», adagiato sullo scivolo, e, messosi a comandi del velivolo, lo pilota personalmente per un breve volo sopra il Golfo di Trieste. Nel frattempo, gli invitati potevano visitare, nella palazzina, gli uffici della «S.I.S.A.», arredati secondo una elaborazione dell'Ufficio Tecnico dell'allora Arsenale del Lloyd Triestino, «in stile novecentista» e «con largo impiego del metallo bianco», e costituiti da una «sala da stazione», illuminata da un grande lucernaio (tuttora mantenuto nella concezione, ancorché strutturalmente rinnovato), attorno alla quale si aprivano le porte e gli sportelli dei vari uffici: la stanza del Capo-Scalo, la biglietteria, gli uffici bagagli e merci, l'ufficio del Veritas Italiano (oggi R.A.I., Registro Aeronautico Italiano), la Dogana, la Posta e il Telegrafo; le cronache ci tranquillizzano inoltre precisando che non mancano «i gabinetti di necessità, tutti in maiolica, ed una stanza di infermeria per i soccorsi d'urgenza» .

Ed ancora, gli uffici della Regia Aeronautica e della Direzione dell'Idroscalo, la Sala d' Aspetto, la saletta-bar. Ai piani superiori, gli alloggi del Direttore, del custode e degli Avieri specializzati della R.A., destinati alla «Stazione Aerologica di Prima Classe», alla Stazione Telegrafica allacciata alla rete della R.A., alla Stazione Radio e quant'altro, ubicate all'ultimo piano e, per la strumentazione, sulle terrazze. Nell'atrio della palazzina, la seguente lapide ricorda l'evento: Re Vittorio Emanuele III - Duce Benito Mussolini - XXIV Maggio MCMXXXIII - Anno XI della era fascista - Amedeo Di Savoia Duca d'Aosta - inaugurava questo idroscalo costruito dall'azienda dei magazzini generali- con la munificenza dello Stato - del Comune - della Provincia. Verso la fine degli anni '30, avrà sede presso l'Idroscalo anche la «Reale Unione Nazionale Aeronautica» (fondata alcuni anni prima con il nome di «Reale Aero Club Italiano», ed originariamente con sede in Via Machiavelli, 2, nel c.d. «grattacielo» Berlam), intitolata al Motonauta della Regia Marina Ernesto Gramaticopulo, Medaglia d' Argento al Valor Militare "alla memoria" , Volontario irredento - studente di famiglia capodistriana, nato a Pola nel 1894, caduto in combattimento aereo sul Golfo di Trieste il 23 giugno 1916.
Durante il periodo del Governo Militare Alleato (fine anni '40), l'Idroscalo venne requisito dalle Forze Americane per essere adibito a circolo ricreativo e palestra sportiva, dapprima con l'intitolazione di «Trieste American Red Cross – Military Club», e, successivamente, sotto il nome di «Hangar Service Club».
Nell'ottobre 1954, con l'entrata delle truppe italiane a Trieste, l'Aeronautica Militare installa nell'Idroscalo un modesto presidio, utilizzando prevalentemente la palazzina uffici e collocando all'interno dell'«hangar» soltanto una baracca adibita a cucina/mensa. Il presidio A.M. avrà funzioni più simboliche che operative, e si dedicherà anche a fornire assistenza a personale in congedo dell'Aeronautica residente nei territori ceduti. Verso la fine degli anni '50, si apre la discussione sul futuro dell'Idroscalo; e mentre sembra concretizzarsi un accordo tra il Ministero della Difesa-Aeronautica e quello della Marina Mercantile, per un trasferimento in quella sede della Capitaneria di Porto si registrano varie prese di posizioni, tutte contrarie a quest'ultima soluzione: da quella del Comandante del Presidio Militare, a quella dell'Azienda Portuale Magazzini Generali più interessata all'uso della struttura da parte di un qualsivoglia utente commerciale cui fare corrispondere un canone, all'Amministrazione Provinciale, che esp
rime «il voto che la struttura venga riservata a sede del futuro eliporto di Trieste, o, comunque, a sede di altre attività aeronautiche interessanti la città». (da:guardiacostiera.gov.)




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